Leggo che Massimo D'Alema avrebbe invitato chi «ritiene sia possibile aprire una fase politica nuova» a «venire allo scoperto assumendosi le proprie responsabilità».
Provo vergogna e imbarazzo per chi non si rassegna all'idea che le maggioranze si costruiscono alla luce del sole, con i cittadini e non dietro alle loro spalle. Senza chiacchiere vuote e politicistiche, con i fatti e le proposte, che sono l'unica cosa che il paese ci chiede. E senza ulteriori sorprese, perché la storia del centrosinistra italiano ce ne ha già riservate a sufficienza.
E sarà scandito dalle nostre proposte, per ritrovare la democrazia perduta, per contrastare la corruzione (e i conflitti di interessi, che non sono solo quello del premier), per tutelare il paesaggio e la bellezza italiana, per dare un futuro (anche pensionistico) ai giovani, e per togliere alle rendite, per dare al lavoro, con una riforma fiscale comprensibile e strumenti più seri per il contrasto dell'evasione.
Cose che si possono fare. E che dobbiamo fare noi, se davvero vogliamo cambiare.
Non una parola sarà sprecata. Non una relazione politica sarà negata. Non un minuto di più andrà perduto, in una polemica interna, in un politicismo, in una recriminazione. Vogliamo cambiare. E cambieremo.
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