Giuseppe Sciortino ha scritto un bel libro sull’accoglienza e le migrazioni (Rebus immigrazione, Il Mulino) che ha voluto dedicare agli abitanti di Gorino, «scesi in piazza con successo nell’ottobre 2016 per impedire che dodici donne dormissero nell’ostello che si trova nel loro paese». Sciortino auspicava in questa sua dedica politicissima: «Possano non trovarsi mai stranieri in terra d’Egitto».

Assistendo a ciò che sta succedendo in piazza Indipendenza (anche il nome fa riflettere), ai commenti violenti contro donne e bambini, alle parole indegne delle forze di polizia che urlano «feccia», che invitano i giornalisti a prenderseli a casa loro, agli idranti puntati su persone che dormono, al deserto culturale di una città che non riesce a gestire nemmeno i rifugiati riconosciuti, ai commenti di merda che rimbalzano da un social all’altro, viene da dire, senza polemica ma con tutta l’indignazione possibile, speriamo non capiti mai a voi, commentatori osceni, e a nessuno di noi, di trovarsi stranieri in terra d’Egitto (l’Egitto di Regeni e ogni posto in cui le persone non sono trattate come tali, ma come oggetti, come problemi, come ostacoli). Invece di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, rimuoviamo con gli idranti e le camionette rifugiati che – con pieno diritto – si trovano nel nostro paese.

Oggi Paolo Mieli parla di «merito» di alcuni ex (?) capi mafia se non partono più le barche dalla Libia. E parla di risultato «davvero clamoroso». Di clamoroso qui c’è solo il disastro culturale e umano di un paese che sta perdendo se stesso per la presenza dello 0,3 per cento di persone che si trovano nel sistema dell’accoglienza. Noi 997, loro 3. E parliamo di assedio, di invasione, di situazione insostenibile. Speriamo non capiti mai a nessuno di noi di trovarci in 3 su 1000 in un paese così. E speriamo di non trovarci mai alla frontiera di un paese che non ci accoglie, lasciandoci a mercenari, torturatori, violentatori e anche mafiosi meritevoli.

Mentre si è sdoganato il razzismo e con esso sono esplosi l’immancabile sessismo e la violenza (che non è mai solo verbale) e si sono create le condizioni perché accadano fatti come quello di oggi, registriamo che fintamente preoccupati che altrimenti «vinca la destra», la destra è già al governo. E tutto intorno a noi si sente odore acre di fascismo.

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