Prosegue la telenovela Formigoni-Cè dietro alla quale si nasconde la più grave crisi istituzionale di questa legislatura in Regione Lombardia. Dopo una settimana di toni bassi e conciliatori, è saltato l’appuntamento a cena chez Silvio – per indisponibilità del cuoco? – ed è ripresa la polemica all’interno del centrodestra. A parte AN (che attraverso il capogruppo Alboni esprime solidarietà sia a Cè che a Formigoni, ma si può?), gli altri esponenti della Cdl sono in evidente imbarazzo, per una crisi che è nelle mani di Bossi e di Berlusconi e non – come dovrebbe essere – del consiglio regionale lombardo, fresco di nomina e ancora impacchettato nel cellophane: dal 3 e 4 aprile si sono tenute solo 4 sedute, di cui 2 dedicate allo strano caso della peppola e del prispolone. Uno scandalo, paragonabile soltanto alla situazione di impasse nella quale ci troviamo. Formigoni vorrebbe ovviamente tirare dritto e lasciare la Lega a friggere con una sospensione che dura ormai da giorni. La Lega non può sacrificare Cè così per così. Il risultato? I cittadini lombardi attendono che finalmente ad Arcore si decidano i loro destini, nella speranza che la cena si tenga e che questa volta si riesca anche a digerire…

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