Viva Zapatero!
Reduce dalla visione di Viva Zapatero! di Sabina Guzzanti (bella e insieme inquietante testimonianza di un’epoca triste e volgare, come già il documentario Citizen Berlusconi), leggo le anticipazioni dell’ennesimo libro di Vespa nel quale Berlusconi afferma, parlando di Celentano: «Quello di giovedì 20 ottobre è soltanto l’ultimo episodio di un sistema della comunicazione, televisione ma anche stampa, che dal 2001 ha sistematicamente attaccato l’operato del governo e il presidente del Consiglio». Il premier smentisce anche Bondi, suo fedele caudatario, che aveva sottolineato la bellezza di un Paese in cui ciascuno può dire quello che vuole. Berlusconi – che evidentemente oltre a Voltaire non ha letto nemmeno Bondi (sigh) – torna a un registro a lui molto congeniale: quello delle liste di proscrizione. A Sofia aveva fatto fuori Biagi, Luttazzi e Travaglio. Poi c’erano stati i casi di una trasmissione di Fazio sulla Sette mai andata in onda, dello show à la Molière di Paolo Rossi e la censura di Raiot della stessa Guzzanti. Ora tocca a Celentano, il nuovo sovversivo della televisione italiana. Il prossimo passo sarà la polemica con Licia Colò. Secondo una nota statistica, “alle falde del Kilimangiaro” ci sarebbe più libertà di espressione che in Italia. E questo è inaccettabile.
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