I cento progetti di Letizia Moratti richiamano alla mente il campo delle 100 pertiche. Tutti siamo certi dell’impegno del ministro, ma ci domandiamo se sia possibile puntare tutto sul futuro, senza considerare quello che è capitato in questi anni. Il manuale della comunicazione politica dice infatti che per vincere le elezioni non si deve parlare delle cose fatte, ma di quelle che ci attendono (vale per tutti, anche a Milano, a Monza, dovunque), ma c’è un limite. Noi, ad esempio, nel nostro piccolo, abbiamo presentato le 100 cose fatte da Faglia nei primi anni di governo (tra l’altro, dal punto di vista grafico, ma solo da quel punto di vista, i 100 progetti e le 100 cose si richiamano sinistramente… ci toccherà cambiare font). A sentire, invece, la candidata della destra sembra che Milano sia stata fondata nel giorno della sua discesa in campo. Prima del dicembre del 2005, infatti, soltanto amministratori di condominio si avvicendavano sulla scena politica milanese. Meno male che sono arrivati 100 progetti di cui parlare. Altrimenti qualcuno si sarebbe posto alcune domande: prima dell’anno zero morattiano, a Milano si viveva bene? Il traffico e lo smog a che punto erano? E i servizi pubblici? E la felicità dei milanesi?
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