Giovanna Melandri presenta oggi a Milano il proprio libro di grande interesse fin dal titolo Cultura, paesaggio, turismo. Politiche per un New Deal della bellezza italiana, Gremese editore in Roma (10 euro). Si tratta di un testo interessante, che muove da assunti che dovrebbero essere noti e rappresentati dal ceto politico. Si parla di modelli da seguire, della necessità di passare dalle buone pratiche ad una politica di governo, dell’importanza dei grandi eventi per dare visibilità alla cultura e consentire di diffondere, nel corso dell’anno, iniziative che diano continuità all’offerta culturale. Roma è scelta spesso come riferimento di un’Italia che vuole tornare a credere in una delle sue principali missioni politiche.
Il punto forse più originale del testo è la proposta di trasformare l’Italia in una sorta di "paradiso fiscale" per chi vuole investire in cultura e nella promozione della creatività, adottando tutti gli strumenti possibili e una leva fiscale ragionata ed efficace, all’insegna del motto "Detassiamo la creatività, liberiamo il genio", che mi sembra forte e chiaro. Altro tema di grande importanza è l’affermazione, documentata da precisi riferimenti, secondo la quale non è affatto vero che dare forza al turismo e puntare su di esso significherebbe disinteressarsi a una politica industriale per optare al "paese dei camerieri" su cui tanti (troppi) ironizzano. L’uno non esclude l’altra e Melandri lo ribadisce con chiarezza, citando casi italiani ed europei. E poi Melandri si sofferma sul tema dell’accessibilità dei servizi turistici dal punto di vista economico, tema penalizzante negli ultimi anni per la competitività del nostro sistema. Le opportunità, anche in questo campo, sono davvero numerose. Si pensi – come abbiamo ricordato più volte in Consiglio regionale – che la stessa Lombardia è sede di aeroporti delle compagnie low-cost, di un turismo a basso costo, che chiede soluzioni più economiche. Per tutti, insomma, la nostra offerta turistica. Ma anche dappertutto, verrebbe da dire, leggendo la parte dedicata alla non esclusività del "turisdotto", ovvero della ‘dorsale’ turistica Venezia, Firenze, Roma, Pompei. Melandri ci parla della qualità diffusa di un sistema che possa nobilitare anche le realtà attualmente meno interessate dal turismo, ma di grande potenzialità. Dappertutto nel nostro Paese, sostiene Melandri, è possibile attivare processi di questo tipo, pensando anche all’enogastronomia, al turismo ambientale, ai tanti "turismi", insomma, dice l’ex ministro, a cui dobbiamo guardare. In una logica di promozione del nostro territorio e della sua bellezza che risponde all’art. 9 della Costituzione e al desiderio non solo di chi viene a trovarci ma di chi in Italia vive tutto l’anno.
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