Il Piano Cave della provincia di Milano si è incagliato per l’ennesima volta in Commissione, che sono mesi – è proprio il caso di dirlo – che non riesce a cavare un ragno dal buco su questo argomento. Stralciato l’ambito di Paullo, un milione e passa di metricubi in pieno parco agricolo, grazie alle richieste dell’opposizione accolte dal relatore, rimane aperta la questione Caponago. Lì la Giunta regionale ha pensato di aggiungere due milioni di metri cubi rispetto alla previsione della Provincia di Milano, che a Caponago non prevedeva nessun intervento. Il territorio è insorto e l’Unione ha ricordato più volte la necessità di stralciare un ambito che non vuole nessuno e che costituisce l’ennesima escavazione in una zona particolarmente ‘provata’ da interventi analoghi. Come a Inzago, la città che è diventata capitale regionale delle discariche per volontà dell’amministrazione Formigoni, anche Caponago è stata presa di mira. Settimana prossima la maggioranza, divisa sull’argomento, ci dirà se asseconderà le richieste della Giunta o se darà il proprio assenso alla liberazione del territorio di Caponago da una cava non voluta. Se così non sarà, per ogni metro cubo non richiesto, presenteremo un emendamento, perché a ogni cosa c’è un limite. Nota a margine: l’assessore Bernardo si candida e andrà a Roma. In tutti questi mesi, non ha avuto modo di farsi sentire dalla Commissione sulla questione Inzago già richiamata né sulla questione rifiuti. E pensare che nessuno voleva parlare delle inchieste che lo riguardano per altro molto gravi, ma solo chiedergli di riferire in Commissione sullo stato del piano rifiuti regionale, come per altro previsto dalla Legge. Ma forse siamo ingenui: a volte a Roma si va per non rispondere a Milano…
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