Il Corriere Economia apre oggi con un servizio sul Palazzo Lombardia di Shanghai, definito un ‘deserto’ e descritto per quello che è: una sede non idonea (eufemismo) per rappresentare l’Italia e la Lombardia in Cina. Formigoni, si offende e, anziché rispondere nel merito, preferisce prendersela con il Corriere ("un soviet"), con Mieli (che "comanda") e con i giornalisti (che "eseguono"), sostenendo che "a via Solferino la professione giornalistica è morta". "L’articolo di oggi – conclude Formigoni – è spazzatura pro-Unione del dott. Mieli" che "prosegue la sua maleodorante campagna di propaganda politica". Formigoni, evidentemente contagiato dal Berlusconi chez Annunziata (da cui ha comunque preso le distanze, nello stesso momento in cui attaccava Mieli… quando si dice la coerenza!), dimentica di essere un uomo politico che ha il dovere di rispondere alle critiche e la butta in politica, con attacchi inqualificabili nei confronti di chi fa semplicemente il proprio mestiere. Risponda, piuttosto, sulla sede della regione Lombardia a Shanghai, portata come fiore all’occhiello del suo cesarismo lombardo e rivelatasi una cattedrale nel deserto, tristemente inutile per le imprese lombarde. Risponda su anni di costose missioni all’estero che non sono servite ad aumentare la competitività dell’economia lombarda. Risponda alle domande, se crede, ma non si abbandoni a insulti francamente intimidatori.
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