Dopo averli visti per la seconda volta in televisione, esprimo un personalissimo parere. Prodi ha risposto alle domande, ha precisato alcuni aspetti non chiari della proposta del centrosinistra sulla questione fiscale, ha replicato con serenità alle provocazioni del presidente uscente. Berlusconi, oltre all’incredibile appello finale, ha passato un’ora ad attaccare i comunisti. Diranno gli italiani se questo atteggiamento ha un senso e se l’ennesima promessa, la cancellazione dell’Ici, è credibile, dopo la puntuale smentita delle precedenti (ci chiediamo, en passant, chi darà i soldi ai Comuni visto che l’Ici è la loro principale fonte di finanziamento). La verità però sta in un immagine descritta da un autore che Berlusconi si vanta di aver tradotto e commentato. Si tratta di Erasmo da Rotterdam (la Repubblica negli scorsi giorni ha spiegato che Berlusconi aveva copiato da Luigi Firpo la sua versione dell’Elogio della follia, ma per una volta facciamo finta di credergli). Negli Adagia di Erasmo si fa riferimento alla figura del sileno, richiamando una famosa immagine adottata da Alcibiade nel Simposio di Platone: il giovane interlocutore di Socrate parla di lui paragonandolo a un sileno. Il sileno è quella statuetta di brutto aspetto, che però conteneva dentro di sé immagini degli dei. Erasmo inverte le qualità e parla di sileni rovesciati, ben rappresentati ai giorni nostri da un eccellente – quasi fanatico – presentatore di se stesso e delle proprie parole, che però contiene soltanto elementi negativi, che il bell’aspetto ha il compito di celare. Aspetti che l’uomo saggio è in grado di valutare e sa tenersene alla larga. Ancora una volta, Berlusconi ha seguito Erasmo. Alla lettera. Per dimostrarsi, tra le cifre e i sorrisi invero un po’ forzati, del tutto inconsistente.

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