Il narcisismo di Formigoni è ormai entrato in una fase cronica. Dopo essersi attribuito il buon risultato di Forza Italia in Lombardia, il presidente è ripartito con il tormentone "resto o vado via?". E’ venuto il momento di dire che il dilemma è diventato stucchevole. Primo, perché Forza Italia è andata bene in tutto il Nord, e se Galan dovesse ragionare come Formigoni, gli farebbe notare che il suo risultato, in Veneto, è stato decisamente migliore. Secondo, perché il merito – purtroppo per l’Amleto del Pirelli – è di Berlusconi e della sua spregiudicata campagna elettorale, in particolare sui temi fiscali, che ha toccato il cuore e le viscere dell’elettorato lombardo. Terzo, perché non è serio – lo ripeto ancora una volta – anteporre le proprie personalissime ambizioni (esigenze, dice qualcuno, pensando ad Oil for food) al mandato ricevuto dai cittadini. Quarto, perché non è affatto vero che i lombardi abbiano concepito le elezioni politiche come un referendum pro o contro Formigoni. A tutti, tranne che al presidente-migrante, risultava più importante capire chi avrebbe governato il Paese, non risolvere le paturnie esistenziali dell’indeciso più autorevole di questa regione. Anche al narcisismo c’è un limite.

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