Martedì prossimo, 23 maggio, il Consiglio regionale affronterà la modifica della Legge regionale 12/2005. Si parla di urbanistica e si parla ancora una volta di Monza (per le puntate precedenti clicca qui). Un articolo espone la città di Monza alla speculazione più clamorosa. Il testo vuole essere un banale adeguamento alla legge nazionale e dice semplicemente: “La misura di salvaguardia non ha efficacia decorsi tre anni dalla data di adozione dello strumento urbanistico, ovvero cinque anni nell’ipotesi in cui lo strumento urbanistico sia stato sottoposto all’amministrazione competente per la approvazione entro un anno dalla conclusione della fase di pubblicazione”. Se lo traduciamo in ‘monzese’, ciò significa che non varrebbero più le salvaguardie del piano del 2002 e quindi sarebbe possibile procedere alle quantità di edificazione previste dall’antico Piano regolatore Piccinato (a cominciare dall’area della Cascinazza, dove potrebbero sorgere i 380.000 mc chiesti da Paolo Berlusconi). Lo sanno i monzesi e lo sa anche la Giunta regionale, a cominciare dall’assessore Boni, che a Monza aveva promesso che con lui all’urbanistica Monza poteva dormire sonni tranquilli. Mi appello alle forze politiche e sociali di Monza e della Brianza e alle coscienze democratiche del Consiglio perché questo non avvenga e un piccolo emendamento (che banalmente escluda la retroattività del dispositivo) sia approvato dall’aula, evitando di mettere in crisi una bella città della Lombardia, la sua qualità urbanistica e il suo pregio ambientale.
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