Dopo una lunga serie di audizioni in commissione con le associazioni lombarde promotrici del progetto di legge per il disarmo e la riconversione dell’industria bellica, il centrodestra di Formigoni ha approvato un ordine del giorno da sottoporre al Consiglio per non passare alla votazione dell’articolato e limitare l’azione regionale ad un monitoraggio del settore, affidato alle Camere di Commercio. Il sedicente pacifista Formigoni e i suoi colleghi non hanno ritenuto di nessun valore, evidentemente, la presenza tra i promotori di numerosissimi operatori cattolici, dalla Caritas alla stessa Diocesi ambrosiana. Sono 158 in Lombardia le imprese che producono armi, quindicimila sono le firme raccolte dal comitato “Disarmo Lombardia”, promotore della legge regionale di iniziativa popolare a modifica del testo della legge 6 del 1994 “Istituzione dell’ organismo: Agenzia regionale per la riconversione dell’industria bellica”, emanata dall’allora giunta di centrosinistra di Fiorella Ghilardotti e non più finanziatada quando al governo regionale, guarda caso, c’è Formigoni. Per aderire alla campagna e disarmare i disarmanti amministratori regionali: disarmolombardia.org.
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