Quando parliamo di Cascinazza, parliamo di legge ad personam. Anzi, ad Theodolindam. Perché la regina dei longobardi scelse, come sede del proprio regno, un luogo ameno, lungo il Lambro. E lo stesso sembra voler fare – a tutti i costi, politici e legislativi – anche la Regione. Lungo il Lambro, un luogo ameno: a meno che non costruisca Berlusconi le sue centinaia di migliaia di metri cubi sull’area della Cascinazza. E’ curioso che la legge ad Teodolindam sia promossa da un assessore della Lega, cioè da quella formazione politica che da una parte ricorda con nostalgia i celti e che, dall’altra, non rispetta, con evidenza, le origini longobarde e la bellezza del territorio. Ci saremmo aspettati che i leghisti regionali tutelassero radici, identità e governo locale, anche quando non si tratta di indossare abiti medievali e sguainar spadoni. Invece il Carroccio sembra un po’ come la platonica biga, con i due cavalli che tirano in direzioni diverse: Albertoni tutela le radici, Boni le strappa.
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