Gli asini di Buridano ovvero le finte secondarie di Formigoni

Formigoni ha già deciso di rimanere in Lombardia. Sta rimpastando la Giunta regionale, cencellizzando il cencellizzabile per fare tornare i conti con la Loya jirga delle varie componenti di Forza Italia e degli altri partiti della Casa delle libertà (conti che, come sta capitando a Letizia Moratti, sono tutt’altro che facili da far tornare). Formigoni, quindi, non vuole lasciare la Regione: a Roma ha capito di influire pochissimo, fuori com’è dalla politica nazionale, visto con sospetto da molti, a cominciare dallo stesso Berlusconi, che aveva subito la decisione del presidente della Regione Lombardia di candidarsi, parlando di una semplice candidatura di bandiera. Dopo quattro mesi, quindi, si è risolta la querelle sul destino di Formigoni, che ha tenuto bloccata la politica lombarda e si è rivelata un clamoroso quanto inutile bluff. Ma c’è di più: nonostante abbia già deciso, Formigoni ha promosso lo stesso il referendum personale, sul sito www.formigoni.it. Chiede che gli elettori si esprimano su qualcosa di perfettamente inutile. Incredibile. Nemmeno quando si tratta di sé, Formigoni riesce ad essere imparziale e finisce con il condizionare il voto del suo stesso referendum, già surreale per tanti motivi. Insomma, dopo le primarie, ci toccano, in Lombardia, anche le "secondarie", il cui esito è certo fin da principio. Un modo nuovo per trattare gli elettori come dei veri e propri asini di Buridano.

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