Trovo che la vicenda delle intercettazioni sia tanto triste quanto degna di una riflessione. Le conversazioni private sono private e non è proprio il caso di diffonderle, se non sono penalmente rilevanti, con il solo obiettivo di alimentare il dibattito gossipparo che riempie le pagine dei giornali (soprattutto d’estate, guarda caso). Però c’è un però grande come una casa (reale). Che ci sono anche persone che al telefono non parlano di sesso a pagamento, di raccomandazioni & prestazioni, di favori e di scambi come fossero cose normali. C’eravamo rimasti male quando si parlava di plusvalenze, poi diarbitri e guardialinee. Ora che si tratta di donne, soprattutto, dispiace ancora di più.

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