Così si intitola la raccolta di elzeviri, amache e editoriali di Michele Serra, pubblicata da Feltrinelli qualche settimana fa (una lettura per l’estate che vi consiglio ‘caldamente’). Mi sono permesso anch’io di raccogliere i miei scritti di un anno in Regione in un piccolo volume. Il torto e la Regione pubblicato da M&B di Milano è un libro diario, introdotto da una riflessione sulla politica regionale e nazionale che ho maturato in questi mesi, alla ricerca di un ‘senso’ e di una ‘ragione’ – come il titolo fa presagire – per l’attività mia e dello schieramento di cui faccio parte. Tutti i santi giorni, allora, ho cercato di raccontare il mio lavoro, tentando di testimoniare ai miei e nostri (e)lettori a volte la soddisfazione, a volte il disagio di chi si è ritrovato a fare il politico di professione cercando di difendere il senso weberiano dell’espressione e di chi, concedendo il meno possibile al narcisismo, ma sapendo che è pressoché inevitabile incorrervi, ha cercato non soltanto di rispettare un mandato elettorale, ma di arricchirlo di contributi personali e di novità. Senza riuscirvi, probabilmente, ma provandoci, come si suol dire, perché soltanto così “ne vale la pena”. Fare il consigliere regionale è una bella opportunità e comporta visibilità e privilegi che molti invidiano, senza ricordare – forse – che il rischio peggiore di un uomo politico, anche piccolo, è quello di ritrovarsi in solitudine, come vuole un saggio strepitoso di Enzensberger pubblicato qualche anno fa. Per allontanare questa sensazione (quasi per esorcizzarla) e per condividere il più possibile il mio lavoro, consegno le mie modeste considerazioni a questa pubblicazione, nella speranza che sia utile a qualcuno e che non serva solo – e anche qui mi viene in soccorso Serra – a incartare l’insalata.
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