Tra i comportamenti che andrebbero banditi dalla politica c’è l’eterna esibizione del pianista. Furbetto del tastino, il pianista si guarda intorno circospetto e, ogniqualvolta la votazione è elettronica, generosamente, vota per il collega assente, per quello che si intrattiene alla buvette, per il ritardatario. Nascosto dietro giornali o pile di emendamenti, il pianista ha movenze feline e riflessi che neanche il Buffon dei Mondiali. Aperta la votazione, si orienta verso il banco del vicino e per raggiungere gli scranni dei colleghi si allunga come il leader dei Fantastici quattro, incurante della propria lombosciatalgia e del regolamento dell’aula. Si tratta, è il caso di dirlo, di un broglio, spesso ripetuto, sovente decisivo. C’è una soluzione per evitare simili comportamenti e la propongo coram populo: l’introduzione di una tastiera a riconoscimento ottico delle impronte digitali del consigliere o dell’onorevole, che permetta di ‘incrociare’ i dati del badge (la tessera di identificazione, attraverso la quale si rileva la presenza) con l’espressione (personale!) del voto. Non costerebbe granché e sarebbe un modo per fare ritornare i pianisti nelle sale da concerto. Il Consiglio regionale della Lombardia, che si vanta spesso di essere tra i più innovativi d’Italia, potrebbe introdurlo anche subito. Pensiamoci.
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