Juve in B a meno diciassette, un numero di punti di penalizzazione perfettamente inspiegabile come lo è, nel complesso, la sentenza di appello di Calciopoli. Inspiegabile perché viene punita soltanto la Juventus e la riforma del mondo del calcio è rinviata sine die, con un evidente salvataggio del Milan, della sua dirigenza e dei suoi interlocutori politici (tal Carraro, che potrebbe continuare a ricoprire il ruolo che ha sempre avuto, senza alcun cambiamento). Si sa che non si trattava della Corte costituzionale, che i ‘giudici’ sono stati nominati da chi oggi si sono trovati a giudicare, ma al peggio – in questo povero Paese – non c’è limite. La Juventus, lo dico per chiarezza, è stata giustamente punita per lo sconcio delle telefonate. In proposito, non ho dubbi e sostengo da tempo che un anno in B può fare bene. Però i però iniziano a essere troppi. Speriamo che il governo Prodi e il ministro Melandri in particolare vadano avanti sulla questione "diritti televisivi", il vero nodo del problema, e diano la possibilità perché vi sia una vera redistribuzione tra i club della serie A. Si chiuderebbe la fase del clamoroso conflitto di interessi dell’era berlusconiana (con Galliani a dare i palloni come neanche Pirlo) e si renderebbe il campionato più bello e più avvincente (oltretutto, con un’operazione limpidamente di sinistra che non guasta mai). Nell’andare a studiare le formazioni di Albinoleffe e Frosinone, saluto anche lo scudetto dell’Inter – più che una vittoria, un effetto collaterale -, nella speranza che l’Inter prima o poi riesca a vincerne uno vero. Sono cose che capitano raramente e capisco il motivo per cui Moratti non aderirà alla proposta di Michele Serra, che gli ha proposto di rifiutare lo scudetto restituito per decreto. Sarebbe un gesto rivoluzionario, che nemmeno il candido e invero un po’ mieloso Moratti può permettersi.
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