Pareva strano: che Moratti fosse cambiata, che l’avessero riprogrammata dopo la nefanda esperienza da ministro e che da sindaco sembrasse trasformata. Seria, competente e, soprattutto, aperta al dialogo. Infatti, era un’illusione ottica: era troppo vicina all’inizio del mandato, per essere messa correttamente a fuoco. Ha iniziato con una letteraccia “a gioco fermo” indirizzata a Prodi sui finanziamenti a Milano: legittimo preoccuparsi per la propria città, ma dopo cinque anni di Berlusconi – con Moratti seduta nel Consiglio dei ministri più pazzo del mondo – un po’ di umiltà o, quantomeno, di cautela sarebbe stata gradita. Ora apprendiamo che Moratti – dopo aver fatto capire che la vendita di Metroweb programmata da Aem era una mezza idiozia – fa marcia indietro. In una conferenza stampa chiarisce che si tratta di una rete ormai obsoleta, che le fibre ottiche sono sorpassate e che in sostanza l’operazione va bene così. Con buona pace non soltanto dell’opinione della minoranza, ma di larga parte della sua maggioranza. Non fa niente se l’acquirente ha sede in un paradiso fiscale e non è un partner strategico per il cablaggio, ma un fondo azionario. “E’ strabiliante – osserva Marilena Adamo, capogruppo dell’Ulivo a Palazzo Marino – che dopo due campagne elettorali in cui Albertini prima e Moratti poi hanno enfatizzato Milano come la città più cablata del mondo, i milanesi scoprano oggi che questo cablaggio è un bidone! Se così è qualcuno dovrà pur prendersi la responsabilità delle scelte fatte in passato e dei soldi spesi”. Se posso, rincaro la dose: la Lombardia, dopo secoli di centrodestra, al confronto con i suoi omologhi europei, fa ridere dal punto di vista delle cosiddette autostrade informatiche. Le aree rurali vanno a 56k, gli investimenti li fanno i privati e – giustamente – guardano al loro tornaconto. Le poche iniziative positive sono assunte da realtà medie e piccole, come Teanet in provincia di Mantova. Credo che sia venuto il momento perché l’Ulivo lanci la grande battaglia dell’internet veloce, libero e – perché no? – gratuito per tutti. Sono pronto a organizzare convegni, a proporre progetti di legge, ad aprire un dibattito sull’argomento. Proprio qui, nella regione più avanzata del mondo (?!) che sul web ha messo la retro.

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