In un articolo pubblicato da Il Giornale all’inizio di settembre si parlava della possibilità che la collezione Terruzzi fosse destinata a Milano, dopo l’impossibilità di un’ospitalità veneziana e lo ‘scippo’ di Palazzo Grassi.
L’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi, confermava la notizia, citando un impegno a favore di una destinazione milanese della collezione anche da parte del ministro della Cultura, Francesco Rutelli (benché ancora si parlasse della concorrenza della città di Roma). Parlando delle possibili destinazioni milanesi, lo stesso Sgarbi citava la Villa reale di Monza come soluzione ideale.
La collezione, la più ricca raccolta privata di pittura del Settecento e dell’Ottocento italiano, quotata intorno ai 500 milioni di dollari, vanta numerosi quadri del Canaletto, Tiepolo, Sebastiano Ricci (noto en passant che, di quest’ultimo, l’opera Teodolinda fonda la Basilica è conservata proprio presso il Duomo di Monza) e altri.
Sarebbe importante, credo, discutere dell’eventualità che questa collezione sia destinata a Milano e, almeno in parte, alla Villa monzese. Carlo Bertelli sul Corriere estendeva la proposta ad altre ville del Milanese, ricordando al mondo politico un patrimonio spesso dimenticato (e non possono non venire in mente quelle briantee, sedi naturali per una ospitalità di alta qualità). Mi darò da fare nei prossimi giorni per verificare questa opportunità. Un’occasione importante per valorizzare il nostro patrimonio e per rendere più ricche e più belle le nostre ville e le nostre città.

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