Ieri sera, intorno alle ore 22.30, il presidente del Consiglio comunale di Monza, Rosario Montalbano, chiudeva la seduta per l’ennesimo episodio di quell’ostruzionismo totale che il centrodestra monzese sta mettendo in scena da mesi (con il concorso di tutti, financo della solitamente paludata Udc), perché non si arrivi all’approvazione del Piano di governo del territorio. Come tutti ricorderete, l’obiettivo è molto semplice: vanificare lo sforzo dell’amministrazione Faglia – già frustrato da due leggi regionali pensate appositamente da Formigoni e dalla sua maggioranza – per mettere in sicurezza alcune aree verdi, tra le quali spicca l’area della Cascinazza, tema a cui si è votata buona parte del ceto politico monzese che guarda a Berlusconi. Dall’inizio di giugno il filibustering prevede il tumulto sistematico, le provocazioni più incredibili, le continue interruzioni e, soprattutto, il protrarsi della cosiddetta fase preliminare fin quasi alla fine della seduta. Proprio quest’ultimo stratagemma era, ieri, al centro del confronto tra maggioranza e minoranza. La maggioranza chiedeva semplicemente che si potesse concludere a metà seduta la fase preliminare (sembra incredibile, ma a Monza non è così), la minoranza richiamava tutti al rispetto (?!) del regolamento delle adunanze e pretendeva al solito di proseguire, per avvicinarsi alla fine della seduta e della legislatura. A un certo punto, cadeva dell’acqua sul microfono del consigliere Osvaldo Mangone, che si rifiutava di fare intervenire i tecnici per disattivare il dispositivo e bloccare il cortocircuito. Nemmeno con il concorso dei vigili, il presidente riusciva a fare intervenire i tecnici. E ha così deciso di sospendere la seduta, riservandosi soluzioni drastiche, compresa la denuncia per interruzione di pubblico servizio. A tanto siamo arrivati. Per chi è in Consiglio comunale da ormai tanti anni, è avvilente che una seduta salti per l’acqua nel microfono e per un atteggiamento deliberato che prosegue da settimane. Ma si tratta della maledizione di Monza: un’area lungo il Lambro che sembra avere ipnotizzato il centrodestra. Un’area verde e per di più di esondazione naturale del fiume, in cui non dovrebbe sorgere alcun palazzo, per evitare che l’acqua trasbordi e crei danni ingenti. Nel campo, sulle case e anche nei microfoni del Consiglio comunale.
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