Stamattina si è svolta la discussione sul piano cave di Pavia. Ne abbiamo parlato più volte, in relazione alla nostra campagna Sideways nell’Oltrepò, che ha contribuito al salvataggio di due vigneti doc dall’attività di escavazione, presso i Comuni di Borgo Priolo e Rocca Susella. Dicevamo però che c’erano altri interventi previsti dal Piano che destavano più di una perplessità. Bene, questa mattina in Commissione Ambiente, in Regione, il Piano è stato votato soltanto dalla maggioranza (molto risicata) nonostante ci fossero dei dubbi grandi così. Sulla necessità di una Vas preliminare – che non c’è – come richiede la UE, sull’impossibilità per la Commissione di valutare due nuovi ambiti di escavazione (a Gropello Cairoli e Pinarolo Po, scritto Po’ con l’apostrofo perché non ci si fa mai mancare nulla…), sull’inaccettabile confusione che ha contraddistinto tutto il dibattito, con i funzionari che non riuscivano a capire quale pasticcio fosse il risultato del lavoro dei commissari. Inutile dire che il Piano, così com’è, è assolutamente impugnabile e ci sarà una corsa per chi arriva primo al Tar. Dispiace invece constatare che Pagnoncelli, il nuovo assessore regionale all’Ambiente, ci abbia già fatto rimpiangere il mitico Zambetti, presentandoci una letterina di nove righe nove nella quale spiegava che non c’erano motivi contrari, da parte degli uffici dell’assessorato, e che nulla ostava a che noi votassimo a favore delle due nuove cave. In verità, mancano le mappe e le schede tecniche e la legge regionale prevede che il lavoro sia istruito dalla Giunta regionale. Ma a Pagnoncelli evidentemente non interessa. Come non interessa che la Commissione voti qualcosa che non può votare. Sulla base di un parere nemmeno scritto, pervenuto all’assessore perché ci venisse prontamente trasmesso. Così, sulla parola. Dopo le cave di prestito, le cave informali, in prestito. L’ennesima evoluzione amministrativa della giunta Formigoni.
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