E’ il titolo del capitolo conclusivo di Contro Ratzinger 2.0, l’upgrade del libello anonimo uscito qualche giorno fa per i tipi di Isbn. Il Braghettone, al secolo Daniele da Volterra, com’è noto, è l’allievo di Michelangelo incaricato di «immutandare gli ignudi» della Cappella Sistina e l’anonimo autore lo cita per commentare due episodi del 2006 che hanno dell’incredibile. Il primo è il convegno dei giovani industriali svoltosi a Santa Margherita Ligure all’inizio di giugno, dedicato all’impegnativo tema L’Economia dell’Uomo: sul palco e sulla brochure del convegno campeggiava l’Uomo vitruviano di Leonardo, ma non integro, bensì evirato con la gomma digitale di Photoshop (pazzesco!). Il secondo episodio riguarda la pubblicizzazione del primo volume del libro, osteggiata dal Comune di Roma perché la scritta Contro Ratzinger è parsa inopportuna agli uffici preposti (pazzesco!/2). Basterebbe questo a farci riflettere, ma il libro ci offre altri spunti su cui è il caso di soffermarsi: oltre a una lettura ragionata della lezione di Ratisbona (quella in cui Ratzinger ha liquidato l’islamismo come religione violenta e perfettamente irrazionale), un’interessante analisi è dedicata ad una sorta di alleanza tra i tradizionalismi di questo o quel segno, apparentemente contrapposti e in realtà solidali tra loro in una critica comune alla modernità. Scrive Ratzinger in occasione dell’incontro del 25 settembre con i rappresentanti dei Paesi musulmani: «In un mondo segnato dal relativismo, e che troppo spesso esclude la trascendenza dall’universalità della ragione, abbiamo assoluto bisogno d’un dialogo autentico tra le religioni e tra le culture, un dialogo in grado di aiutarci a superare tutte le tensioni in uno spirito di proficua intesa». Dietro le parole distensive, l’Anonimo vede un disegno preciso e parla di «santa alleanza» contro le ‘pretese’ della cultura laica e scientifica, contro quello che Ratzinger definisce senza indugi «fanatismo», quella tradizione che ha condotto l’Occidente alla «decadenza». Vedremo se Benedetto XVI svilupperà questa argomentazioni. Per ora ci tocca rilevare che è un tema di fondamentale importanza per la comprensione del dibattito politico e culturale a cui stiamo assistendo e a cui partecipiamo con sempre maggiore preoccupazione.

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