Ultimi fuochi dell’anno 2006. Come non dedicare un pensiero (e un progetto) ai pendolari? Platone nel X libro della Repubblica, facendo spiegare a Er come funziona la trasmigrazione delle anime, dice che Ulisse, al momento di scegliere la propria nuova vita prima di ritornare sulla terra, la individuò in un modo del tutto particolare, molto diverso dagli altri: «si aggirò a lungo, alla ricerca della vita di un uomo qualunque senza preoccupazioni, e la trovò a fatica, relegata in un angolo, trascurata dagli altri. Non appena la scorse, la prese di buon grado, dicendo che non avrebbe fatto altra scelta neppure se fosse stata sorteggiata per prima». Ulisse non poteva sapere che la sua stella sarebbe volata verso un diretto proveniente da Sondrio e che si sarebbe così ritrovato ‘pendolare’ in un modo ben più prosaico ma molto simile alla ‘vicenda’ che l’ha reso celebre (del resto, Platone ci avvisa che la vita nuova dipende per lo più dalle vicende della vita precedente…). Il pendolare Ulisse si trova ad affrontare contratti di servizio non rispettati, ritardi clamorosi (poi uno dice che ci mette dieci anni a tornare a casa…), disservizi su tutta la linea (e su tutte le linee), affollamenti disumani, sporcizie d’ogni tipo, controllori inesistenti (a volte, proprio, Nessuno), financo il proliferare di insetti mitologici. L’impressione è che qualcuno, che chiude un occhio (forse perché ne ha uno soltanto?), governi il sistema ferroviario. La vita dell’«uomo qualunque senza preoccupazioni» si trasforma allora in un’odissea contemporanea, ogni giorno, come quella dell’altro Ulisse, quello di Dublino. Credo sia venuto il momento di lanciare un’offensiva precisa, prima che la nave ferrata faccia naufragio definitivamente o prosegua quell’incantesimo della maga che costringe i nostri politici a parlare solo di strade e mai (e poi mai) di servizio ferroviario (e recentemente ha fatto bene a lamentarsene Gianni Confalonieri, senatore brianzolo molto attento). Un’offensiva che Legambiente ha già lanciato, chiamandola Pendolaria e che è descritta in un bel blog (ilpendolare.com): ora tocca alla politica ripartire dallo stanziamento previsto dalla finanziaria del governo Prodi (un primo passo), per ridare dignità a un’intera popolazione viaggiante. E, allora, leggiamo da Il pensiero pendolare di Francesca Rigotti, un bel libro pubblicato per i tipi del Mulino, che a un certo punto dice: «stanno tutti interferendo nella vita del pendolare esercitando un dominio, per quanto minimo o involontario, che lo priva di una quota piccola ma significativa della sua libertà». E del suo tempo: «si provi a sommare tutti gli intervalli di tempo di vita sottratti ogni giorno a tutti i viaggiatori da treni che arrivano – come alcuni – sempre, ogni giorno, senza eccezione, in ritardo, e vi troverete di fronte a una cifra impressionante». Nel 2007 lavoreremo con denunce mirate e precise proposte per recuperare il tempo perso: quello di ciascuno, quello di tutti.
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