Nota personale: mi dicono (quasi tutti) che nel blog parlo di cose troppo formali e istituzionali. Allora, beccatevi questa. Sarà per una serata bella e divertente appena tracorsa; sarà perché abbiamo sistemato il bilancio in Comune; sarà perché inizia la campagna elettorale (l’unica passione che condivido con Berlusconi); sarà perché stamattina il giro in bicicletta con Luca ha aperto, perdonate il gioco di parole, la stagione all’aperto (con le montagne – con la neve – sullo sfondo); sarà perché il blocco – di cui parlo in altro post – è per me sempre un momento particolare (non so perché, ma il blocco delle auto, a me libera i pensieri); sarà per un pranzo giapponese e ‘internazionale’ e appassionato con Alberto Biraghi e Ivan Scalfarotto (e altri amici e amiche che dimostrano che la Sinistra milanese non è per sua natura depressa come ce la rappresentiamo); sarà per la colonna sonora di Aimee Mann; sarà perché ho incontrato decine di persone per le strade di Monza (e anche una cara compagna del liceo, in metro); sarà perché sto facendo altrettante cose che mi appassionano; sarà perché sono in un periodo che in altri momenti avrei creduto assurdo, pieno di cattiverie e di bellezze irriducibili; ma – nel breve tragitto sul Moltenino, verso Milano, in orario, giuro – io, che sono triste (un amico importante mi definisce “triste, segretario y final”, tanto per dire), mi sono sentito felice. Anzi, non esageriamo: divertito. Anzi, come nelle partiture musicali: allegro (assai). Volevo dirlo, a qualcuno. Tra qualche minuto, torno serio. A dopo.

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