Era il 7 marzo 2002: Michele Faglia guidava un singolare girotondo con le fiaccole intorno al palazzo comunale (verificare qui). E da lì partì la corsa verso le comunali, un periodo che a ricordarlo ora sembra ancora più interminabile e appassionante, con quel comitato elettorale in via dei Mulini proprio vicino a casa mia, la paura del primo turno, la rimonta, incredibile, al secondo, le piazze piene, i comizi, le conferenze, il 5 maggio degli interisti e di Fassino (che, guarda un po’, è juventino e che proprio quel giorno passò da Monza). E mi ricorderò la notte precedente a quella manifestazione e tante altre serate di quella primavera lunghissima che si concluse con la nostra vittoria. E il primo consiglio comunale, in cui mi scappò una citazione di un quasi Dylan del tutto involontaria: «I tempi sono cambiati». Ora, lo posso dire con maggiore consapevolezza: sono passati cinque anni, giorno più, giorno meno, da quella fiaccolata e i tempi di questa città sono cambiati tanto che sembra che le lancette si siano spostate in avanti di un secolo. Se pensiamo alla Cascinazza (una storia che affonda le proprie radici negli anni Sessanta), alla necessità di adottare un piano regolatore (l’ultimo era datato 1971), alle questioni irrisolte da decenni che Faglia si è trovato ad affrontare e, in molti casi, a risolvere. Con la fiaccola che ancora brilla, in questa primavera monzese che inizia e che ci porterà lontano.

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