Molti ricorderanno che con le regionali 2005 si era toccato il punto più basso della propaganda politica. Donato Bendicenti nel suo Con-vincere (Donzelli, 2005) ha prodotto una rassegna irresistibile dei manifesti più incredibili (come aveva fatto in precedenza anche Repubblica.it): ricordo, per tutti, un «Gatti non parole» (prontamente stoppato da un ancor più geniale «Non c’è trippa per Gatti»); il brillantissimo «Cinese? No glazie!!!» di una candidata leghista in Veneto; e, per finire, l’assurdo Prosperini in versione crociato da fumetto, «baluardo della Cristianità», «nemico dei “Centri Sociali”» (tra virgolette, tanto gli fanno orrore) e, horribilis in fundo, «condottiero del Nord». A Monza, per le Comunali del 2007, non siamo partiti molto meglio: il 27 maggio è ancora molto lontano, ma abbiamo già uno straordinario «Fede, speranza, carità» di un candidato di una lista civica – il cui sobrio programma coincide con le virtù teologali – e l’altrettanto inquietante «Dio, patria, famiglia» di un post (o neo?) fascista. Ci attendiamo, da un momento all’altro, un promettente: «Monza? A noi!».

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