Oggi in aula Prosperini si è scusato "in particolare con la comunità omosessuale" alla maniera del pesce di nome Wanda (già assurto agli onori della cronaca politica lombarda per un episodio che aveva coinvolto Albertini e Bossi). Chi si aspettava un duello con la katana (tipo Kill Bill), è rimasto deluso. Il Prosperini in versione peluche ha ritrattato, con un discorso calibratissimo: ha deposto l’armatura, la spada da crociato e il dialetto d’ordinanza, per leggere un discorso imbarazzato e a tratti imbarazzante, pensando alle cose che ha detto da quando calca le scene del Consiglio. A noi del centrosinistra non è bastato: volevamo un’espressione di merito di Formigoni che – ovviamente – non c’era. Quando il gioco si fa duro, l’aula diventa un buco con la giunta intorno: una sola poltrona rimane vuota, è quella del presidente. Il mitico Monguzzi ha notato che Formigoni è una sorta di extraparlamentare che non intende avere alcun rapporto con la terza assemblea legislativa del Paese (come pomposamente amiamo definirci). Nemmeno di fronte alle dichiarazioni del dutùr, nemmeno di fronte alle dimissioni di Cè. Formigoni non c’era. E ce ne siamo andati anche noi, prima che Prosperini intervenisse. Poi il Consiglio ha proseguito i suoi lavori, con la sola maggioranza. Come se niente fosse. Questa è la Lombardia, bellezza.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti