Da quando abbiamo perso – qualche ora – i lettori di destra invadono il blog con i loro commenti. A me, lo dico da subito, la cosa non può che far piacere: non possono che arricchire il dibattito e, dopo anni in cui mi sono sorbito gli attuali vincitori a urlare in consiglio, il commento al blog è sicuramente un passo avanti. Procedo perciò serenamente con la mia personale analisi. Personale, perché intendo assumermi tutte le responsabilità (dell’analisi e della sconfitta, s’intende). Se dico che il dato è nazionale, è perché è vero. Se dico che c’entra più la politica che l’amministrazione, è perché è vero. Il problema è non essere riusciti a contrastare l’onda tipo tsunami con la qualità della nostra proposta amministrativa. Una sfida forse impossibile, in cui abbiamo mancato, comunque, e di cui dobbiamo tenere assolutamente conto. Se dico che a Monza si perde meno che altrove, non è una consolazione, anzi, è il suo esatto contrario: tutto il Nord ci volta le spalle. Questa è la verità. Se non è una spallata, come si sono affrettati a commentare da Palazzo Chigi, non so bene come definirla. Vorrei che a Roma facessero la stessa autocritica che stiamo facendo noi, anziché perseverare in un’azione di governo che evidentemente è considerata troppo incerta da buona parte del Paese. Stamane, arrivato in Consiglio regionale, mi sono ritrovato il tribunale dell’inquisizione spagnola. Me l’aspettavo. Autorevoli dirigenti che leggono il Giornale di Berlusconi andavano in giro dicendo che non avevo votato Faglia (l’articolo era una calunnia, ma i nostri dirigenti non sanno riconoscere l’informazione dalla diffamazione, sic); sul Riformista leggo che la causa della sconfitta sarebbe il dvd della Cascinazza, perché «la mistica da Michale Moore» (sic/2) avrebbe spaventato l’elettorato moderato (autori dell’analisi da ricercarsi presso la segreteria regionale); altri ragionavano sulla qualità della proposta amministrativa della destra: mi fa piacere che loro l’abbiano trovata. Insomma, un fallo di confusione (volontario, da cartellino rosso) per non ragionare. Purtroppo abbiamo perso a Rho (giuro che non ho girato un documentario sulla Fiera), a Verona (dove in effetti sono stato in visita qualche settimana fa, e lì la mia influenza nefanda si è certamente sentita), a Crema (dove sono passato recentemente, senza fermarmi, ma purtroppo è bastato), in Piemonte (i miei hanno una casa vicino al lago Maggiore, lì vanno ricercate le cause della sconfitta)… anche a Reggio Calabria, dove una volta ho mangiato un gelato sul lungomare. Sono un po’ stanco di questo trattamento, ma non è una novità. Quello che colpisce è il ragionamento più incredibile: «ci hanno danneggiato le discussioni sul comitato nazionale promotore del Pd». Capito? Non il fatto che il comitato promotore sia stato ‘costruito’ malamente, come in tanti hanno cercato di argomentare. No: sono le critiche alle cose sbagliate che vanno evitate. Com’è che diceva Nanni Moretti?

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