Vorrei rassicurare le numerose mosche cocchiere che si sono fatte vive in questi giorni: sono uno di quelli che quando perde, anche se le responsabilità sono di altri, tende a scusarsi e ad andare a casa. In questi ultimi due anni, ho potuto ammirare una vasta gamma di fenomeni di dubbio gusto: nel 2005 sono stato accusato di aver preso troppi voti e per questo spesso emarginato; nel 2006 ci hanno lasciato a piedi con il parlamentare monzese o brianzolo che chiedevamo (si trattava di un posto solo su trentasei eletti in Lombardia dall’Ulivo) e sono stato l’unico a denunciare questa vergogna, lasciando tutte le cariche del partito di cui faccio parte, proprio perché non ero riuscito a imporre la nostra posizione; nel 2007, dopo essere stato eliminato tipo Grande fratello e senza alcuna spiegazione da tutti ma proprio tutti gli organismi dirigenti dei Ds e del futuro Pd, ho fatto fino in fondo la campagna elettorale per Michele Faglia (pur non essendo candidato, per le note ragioni che in molti conoscono) e ora qualcuno sostiene che sono da individuare quale principale responsabile della sconfitta. Non credevo di essere così decisivo (anzi, non lo sono proprio mai stato considerato quando si trattava di celebrare vittorie), ma ribadisco: mi assumo tutte le responsabilità. Farò il consigliere regionale fino alla fine del mandato – a meno che qualcuno non voglia sollevarmi anche da quell’incarico – e poi mi dedicherò ad altro. Perché le mosche cocchiere si possono anche sopportare: ma non quando sono troppe, né troppo a lungo.

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