Ho deciso. Non parlerò più del Pd in termini formali. Non voglio aggiungere altre considerazioni che possano contribuire a confondere ancor di più il dibattito strampalato che riempie le pagine dei giornali (ieri si è toccato l’apice, con la furibonda polemica settentrionale tra Pizzetti e Galperti, con agenzie che si rincorrevano fino a tarda ora e qualche postumo anche oggi). Ho deciso che non ci dobbiamo curare di queste cose. Che dobbiamo ascoltare cosa ha da dirci il nostro Paese, a cominciare dai nostri elettori parecchio confusi. Che lo dobbiamo fare fuori dalle segreterie di partito e da questo o quel gruppo autorganizzato. C’è bisogno di fare un’indagine, una ricerca. Di studiare, insomma. Nei prossimi mesi, quindi, non interverrò più. Per deliberare, però, non mi ritiro, come si è soliti fare. Mi metto a cercare. A vedere gente interessante. In Brianza, nel Nord e nel resto d’Italia. Sono sicuro che ne vedrò delle belle e che quel rovesciamento auspicato possa fare bene. A me e, spero, anche al Pd.

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