Segue da un post precedente: Da un’agenzia di qualche minuto fa (Ansa): «La mostra “Vade retro: arte e omosessualità” non aprirà al pubblico. “E’ una decisione degli organizzatori – ha detto l’assessore Vittorio Sgarbi […] – che io condivido. La mostra si farà in un’altra città con le opere censurate”. Sgarbi ha poi rivelato di aver telefonato a Silvio Berlusconi perché convincesse il sindaco a recedere dalla posizione assunta sulle opere da eliminare. “Berlusconi – ha detto Sgarbi – mi ha poi telefonato dicendo che la missione era fallita”. “Di fronte alla censura – ha commentato Sgarbi riferendosi all’annullamento dell’esposizione – la soluzione più concreta è la censura estrema e quindi la cancellazione della mostra”». L’epilogo della vicenda più triste degli ultimi tempi conferma che Milano ha perso la sua dignità di città internazionale, aperta e culturalmente attiva. Si apre una fase oscura, in cui l’assessore alla Cultura è costretto a telefonare a Berlusconi – noto esperto di terzini e di arte contemporanea – perché chieda al sindaco di Milano di cambiare idea. Vade retro: un titolo che è anche un destino. Dove siamo capitati. Che vergogna.
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