In una riedizione del mito gulliveriano, nel quale i lillipuziani sono per così dire sostituiti dai nani da giardino (vera e propria tradizione du pays), si mobilitano i cittadini e gli amministratori locali per migliorare il progetto della pedemontana. E’ un copione già visto e spesso foriero di delusioni quando non di vere e proprie sventure. Credo sia venuto il momento di rilanciare il dibattito con un grande progetto, in cui inserire sì la nuova infrastruttura, ma nell’ambito di un grande disegno del verde, del sistema dei parchi brianzoli e della soluzione dei nodi più problematici. Un’infrastruttura è un investimento, ma per esserlo compiutamente non può non essere integrata nel territorio e non può solo creare problemi, ma anche contribuire a risolverli. Lo sviluppo urbanistico in Brianza è stato caotico ed è rimasto ben poco di quell’immagine idilliaca dei nostri nonni. Ora, c’è bisogno di una grande progettualità. Ed è una delle sfide più importanti della nuova Provincia: coniugare il Gulliver che sta arrivando, con le esigenze dei nostri concittadini. Per passare dai giardini alla brianzola, come li chiama qualcuno, ritagliati tra capannoni e residenze, ad un sistema agricolo e boschivo degno di questo nome. E della storia, ahinoi largamente perduta, del nostro territorio.
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