Oggi in quasi tutto il Paese sarà impossibile muoversi. Prescindo dalle ragioni sindacali, per cogliere l’occasione della giornata di blocco per una riflessione di ordine strategico. Il trasporto pubblico in Italia soffre. Troppo. Anche il Pd, anche in Lombardia, nasce troppo sbilanciato, a mio modesto avviso, sulle autostrade, e troppe poche attenzioni sono destinate ai mezzi pubblici, a cominciare dai treni a bassa velocità, come li chiamo, vale a dire i treni dei pendolari. Nello stesso tempo, oggi, potremo valutare il senso del telelavoro, di una diversa organizzazione degli orari, della possibilità di non doversi muovere proprio tutti e proprio alla stessa ora. Credo che da questi due temi passi la riforma della mobilità lombarda. A meno di non volerci trovare tutti, come oggi in molti si troveranno a fare, nel grande ingorgo, nel black out definitivo, nella coda perenne. L’ultimo venerdì di novembre potrebbe essere il giorno giusto per incominciare a pensarci. Con un po’ più di serietà e determinazione che in passato.
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