Medioevo post-costituzionale o un nuovo Statuto dei diritti?
Non sarò breve e vi prego per una volta di seguirmi con attenzione, perché si tratta di una questione delicata e decisiva per comprendere il quadro politico e culturale in cui viviamo nella nostra regione.
Nei giorni della visita del Dalai Lama, leader internazionale delle campagne non-violente in difesa dei diritti delle minoranze e degli oppressi, e nel periodo in cui si sta per arrivare alla definizione dello Statuto della Regione (in una fase perciò costituente), ci tocca assistere all’ultima iniziativa istituzionale, se così si può definire, della Lega Nord.
Come non vogliamo che ci si faccia giustizia da soli in uno Stato di diritto, così riteniamo grave la decisione dei 43 sindaci della provincia di Bergamo di recepire sia l’ordinanza di Cittadella (che prevede la residenza solo a chi dimostra di avere un reddito di almeno 5mila euro), sia la circolare di Caravaggio, che autorizza le nozze con stranieri solo se questi si trovano in possesso di un permesso di soggiorno. Lo stesso hanno fatto i 17 borgomastri leghisti della provincia di Varese, quelli di Como e quelli della Brianza (non poteva mancare). Altri precedenti recenti sono stati la decisione del sindaco del Comune di Drezzo, in provincia di Como, di vietare il burqa, per non parlare dell’iniziativa del Comune di Morazzone e poi di quello di Tradate che avevano introdotto un assegno per i nuovi nati, escludendo però dal beneficio le famiglie extracomunitarie. A sentir loro, per difendere la cultura occidentale. Degna di citazione anche la taglia sui clandestini destinata ai vigili del Comune di Adro. A livello legislativo, invece, rimane insuperata la legge sui phone center della Regione Lombardia, decisamente punitiva nei confronti degli operatori e palesemente discriminatoria, come da noi sostenuto in più occasioni e come rilevato più volte dal Tar, che ha sottolineato i numerosi tratti d’incostituzionalità che si incontrano nell’articolato. Siamo di fronte ad una grave involuzione rispetto al tema dei diritti di cittadinanza, rispetto cioè ai diritti fondamentali universalmente riconosciuti, alla Costituzione e, ovviamente, alla legislazione nazionale. Ormai siamo all’ordinanza-che-fa-testo-e-che-fa-legge, che si richiama con evidenza ad uno schema medievale nel senso deteriore, in cui ciascuno decide per sé, senza alcun riferimento alla norma. Una norma postcostituzionale che cambia superato un cavalcavia o attraversata una roggia, a seconda del colore dell’amministrazione comunale. Altro che universalità dei diritti. Dopo la rassegna dei maiali anti-moschea, sono le stesse istituzioni ad essere piegate all’ideologia della discriminazione, in modo invasivo e, dal punto di vista formale, alquanto pedestre: intervenire sui diritti di cittadinanza non è, purtroppo, come fare una rotonda o approvare un piano di lottizzazione. Credo che il Partito democratico debba prendere duramente posizione contro simili iniziative, richiamando tutti al senso delle istituzioni e al rispetto dei diritti di cittadinanza. Le istituzioni devono essere il luogo della concertazione e non del conflitto e della sua esasperazione. La Lega in Lombardia con questa campagna tradisce anche lo spirito del vero e buono federalismo, che non è certo quello di fare ciascuno per sé, in questo campo così delicato, ma di poter disporre di deleghe più ampie per andare incontro alle esigenze dei cittadini. Nella Regione in cui più forti sono stati i flussi migratori e in cui si pone sempre più come decisivo il tema dell’integrazione e della convivenza, queste sono risposte desolanti e controproducenti, che fanno perdere altro tempo al difficile percorso verso l’integrazione. Ci auguriamo che la giunta regionale voglia contestare queste prese di posizione: crediamo che una riflessione pubblica di Formigoni su queste iniziative potrebbe essere importante, per fare chiarezza, sia all’interno della compagine di governo della Regione, sia nei rapporti istituzionali con gli enti locali. La garanzia dei diritti di cittadinanza e dei doveri che essa comporta è un tema troppo importante per essere interpretato così.
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