Cinque voci in più per il decalogo dell’ambiente democratico
Mi sono permesso di integrare il bel decalogo redatto da Maria Berrini, responsabile ambiente del Pd lombardo, con alcune modestissime proposte. Le trovate sul blog dedicato all’ambiente del Pd della nostra regione (in particolare qui) e lo riporto anche in questa sede, benché sia molto, ma molto lungo:
Cara Maria,
aggiungo qualche spunto al tuo bel decalogo, che così com’è già disegna una Lombardia diversa e migliore di quella che conosciamo, ma che può essere credo utilmente integrato con alcune considerazioni. Da dieci tesi arriveremmo così a quattordici, o forse a quindici, perché alla fine arriva quella che per me è la madre di tutte le battaglie del nostro ambientalismo.
La prima aggiunta riguarda la possibilità di una straordinaria alleanza tra tecnologia e ambiente, perché le autostrade (in particolare quelle nuove) siano dotate esclusivamente di cancelli elettronici e il pagamento avvenga solo attraverso il telepass (regalato, come proposto anni fa, a tutti i lombardi), perché il traffico sia ‘tracciato’ e monitorato costantemente, perché chi viaggia sia informato in tempo reale, perché siano indicate a tutti gli automobilisti le migliori alternative all’uso dell’auto, rispetto al percorso che devono coprire. Immagina una sorta di tomtom ambientale: stai viaggiando su un’autostrada molto trafficata, un pannello ti dice dove puoi uscire, lasciare l’auto e prendere un treno o una metropolitana. L’uso di tecnologie più avanzate, inoltre, consente di risparmiare territorio: per fare un esempio, nella nuova Pedemontana, rinunciare ai caselli e alle aree da essi occupate grazie al telepass, significherebbe risparmiare 100 milioni di euro e un territorio pari a quello occupato ‘effettivamente’ dalla nuova infrastruttura viaria.
Il secondo punto guarda all’«imprenditore ecologico» e non è affatto una provocazione: credo che il Pd lombardo debba approfondire con il mondo dell’impresa il tema dell’efficienza energetica, del risparmio di risorse e della qualità avanzata dal punto di vista ambientale sia del processo sia del prodotto. E’ un tema che parla direttamente al mondo della produzione lombarda e che potrebbe posizionare la nostra offerta su standard più elevati e competitivi. L’ambiente, oltre a diventare alleato della tecnologia, può diventare alleato dell’impresa.
La terza proposta riguarda il consumo di suolo: il Pd deve chiedere a tutti i suoi amministratori una particolare sobrietà nel consumo di territorio ancora libero, puntando con determinazione al recupero delle aree dismesse e a interventi che riguardino il già edificato e il già urbanizzato. La Lombardia sta diventando un lungo tappeto d’asfalto e cemento e la vocazione ambientale della nostra regione va rilanciata, anche attraverso un forte impegno per la compensazione preventiva e per interventi di mitigazione e di salvaguardia del poco verde che ci è rimasto.
La quarta e ultima tematica che ti sottopongo attiene l’uso della bicicletta e in generale il tema dell’intermodalità. Bisogna poter “lasciare giù la macchina”, trovando un parcheggio comodo e alternative efficaci. In questo senso il treno – troppo poco considerato e meno di moda, ahinoi, delle nuove autostrade – è il mezzo più formidabile, e noi dobbiamo pensare a stazioni vive, efficienti, con parcheggi convenzionati, con servizi fino a tarda ora, in tutto il territorio regionale. All’interno delle città, il mezzo più efficiente è la bicicletta, che è tutt’altro che trascurabile nell’impatto sulla mobilità di una città medio-grande: lo dimostrano gli esempi fulgidi di Parigi, Berlino e Barcellona. Nell’ultimo bilancio regionale abbiamo strappato 300.000 euro per il sostegno a programmi di bikesharing. E’ poca cosa, ma è un inizio. E in Regione abbiamo depositato tanto tempo fa un bel progetto di legge (partecipato!) per la promozione della mobilità ciclistica. Lavoriamoci.
Tutto questo fa pensare, e vengo così alla “proposta delle proposte”, che sia necessario avviare un programma complessivo, a cui darei il nome e il titolo di “Kyoto lombarda”. Dobbiamo lavorare perché i sistemi territoriali, i cittadini e le imprese che scelgono di investire sull’ambiente siano premiati, con una riduzione delle imposte e con un contributo cospicuo da parte dei livelli superiori. Ciò significa replicare all’interno della regione, come fanno – forti di una legislazione sicuramente più federale della nostra, mi rendo conto – alcuni Stati americani. In Lombardia si parla molto di scappamenti delle auto e poco, pochissimo di investimenti per le rinnovabili (programmati a budget e falcidiati ad ogni bilancio consuntivo), di veicoli ecologici (inverosimile l’annullamento della tessera sconto gpl/metano), di CO2. Da qui dobbiamo ripartire. Insieme ai lombardi, si possono fare grandi cose. E superare quei luoghi comuni che hanno reso la nostra regione più brutta e il nostro modo di vivere più difficile, inquinato e caotico.
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