Lo sfogo di un caro amico, scritto prima della crisi.
Gennaio 2008, una citta’ ed una intera regione sepolte da rifiuti.
Il triste e maleodorante spettacolo che viene dato come seconda o terza notizia dai notiziari di tutto il mondo (un amico che vive alle isole Cook mi ha confermato che è stata per giorni la notizia più gettonata del telegiornale di quel piccolo Stato lontano ed isolato, un puntino nel Pacifico).
Un Presidente della Regione ed un Sindaco che naturalmente non si dimettono.
Il Ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio (il quale ai tempi avversò, con successo, la costruzione di due termoinceneritori in Campania), che, privo di vergogna, fa una orribile comparsata da Don Bruno Vespa, rigettando ogni accusa e che , naturalmente, non si dimette.
Un Papa che declama ogni giorno su qualsiasi argomento, dall’alto dello scranno pontificio.
Un’intera classe politica che, invece di ignorarlo, fa a gara per assecondarlo, mostrargli deferenza ed esprimere rabbioso risentimento verso le poche voci critiche e liberamente laiche che si elevano.
Un centro-destra che eccelle in questo odioso e strumentale esercizio, dimenticandosi quante poche lezioni i suoi esponenti possano dare riguardo al valore della famiglia e al rispetto del messaggio di Dio (quattro leaders divorziati, dei quali uno ha concepito un figlio quando ancora era unito civilmente all’ex-moglie ed un altro si fa fotografare con le mani aggrappate a seni e gambe delle "sciantose" di turno, tenute graziosamente sulle ginocchia).
Altri membri degli stessi partiti impegnati in orge a base di droga e prostitute.
In sintesi un’opposizione infarcita di più o meno simpatici viveurs e puttanieri che dà lezioni di morale cattolica.
Una maggioranza (o presunta tale) che non solo non trova niente da ridire ma che si accoda disperatamente e spesso con imbarazzo nel mostrare la stessa compiacenza alle gerarchie ecclesiastiche.
Una Binetti (una Binetti?) che partecipa alla stesura del manifesto dei valori del Partito Democratico, cioe’ di un partito che "dovrebbe" essere progressista e riformista.
Un ex-leader radicale e figura di punta del neonato P.D. che scomunica coloro che criticano il Papa.
Un rettore che invita quel Papa nel giorno piu’ sbagliato, quello dell’inaugurazione dell’anno accademico, pregustando il potenziale dell’evento ai fini di una sua prossima ri-elezione presso quell’ateneo.
L’intero arco costituzionale che si sgola per criticare il comportamento dei 67 professori (e degli studenti) firmatari della lettera contro la visita del Pontefice.
Un ex-ministro post-fascista che ne chiede la radiazione per avere espresso la loro opinione.
Il cardinale Bertone e l’intramontabile cardinale Ruini che invocano una presenza massiccia di cattolici all’Angelus di piazza San Pietro per esprimere solidarieta’ al santo Padre, rendendo di fatto una forma di aggregazione che dovrebbe essere spontanea e fondata sulla fede una manifestazione politica.
Molti parlamentari e capipartito di entrambi gli schieramenti che si mettono sull’attenti ed aderiscono con entusiasmo.
Il ministro di Grazia e Giustizia che riceve un avviso di garanzia, sua moglie agli arresti domiciliari.
Meta’ del suo partitucolo inquisito o arrestato.
Lo stesso ministro che tiene un concione in Parlamento rassegnando le proprie dimissioni ma attaccando l’intera magistratura, tra gli applausi scroscianti di quasi tutta la Camera che, in un vibrante momento autoassolutorio e liberatorio, manifesta la sua compartecipazione al dramma della dinasty ceppalonica (momento che rende, al confronto, la fredda accoglienza al discorso craxiano del 1992 in Parlamento una pietra miliare della storia della Repubblica).
Il partitucolo di cui sopra che chiede un attestato di solidarietà all’indagato in Parlamento, pena la sottrazione dell’appoggio alla maggioranza.
Il governatore della Regione Sicilia che viene condannato a 5 anni ed all’interdizione dai pubblici uffici, per avere, tra l’altro, aiutato singoli appartenenti all’organizzazione mafiosa , ma che non viene condannato ad una pena piu’ lunga solo "per non avere supportato l’organizzazione mafiosa nel suo complesso".
Lo stesso governatore che festeggia con spumante e cannoli questa gloriosa sentenza e che naturalmente non si auto-interdice dai pubblici uffici, cioe’ non si dimette (un altro !).
Pierfi Casini che gli manifesta solidarieta’ ed entusiasmo per il trionfale esito del giudizio.
Un giornalista corpulento,intelligente ma disperatamente bisognoso di ossequiare i potenti (e quindi, oggi, la Chiesa) nonche’ di soddisfare il proprio incontenibile ego propone una moratoria su una legge di civilta’, come quella dell’aborto, 25 anni dopo averla sostenuta a spada tratta.
Quello stesso giornalista che inneggia demagogicamente alla tutela del feto e della vita, dopo essere stato il massimo sponsor delle guerre americane in Iraq, non esattamente mirate a tutelare la vita dei civili, adulti e bambini, di quel Paese.
Quello stesso giornalista che riesce nell’intento di suscitare il can can che si aspettava.
Il centro sinistra, tanto per cambiare diviso ed imbarazzato, che si autointerroga sulla bonta’ dell’iniziativa.
Il leader del P.D. che invece di fare spallucce e tacitare sul nascere il dibattito si dice aperto ad un confronto col giornalista in questione.
La Chiesa (che non aspettava altro), il centro-destra (e Binetti assortite) che entusiasti supportano l’idea e richiedono ad alta voce la moratoria o perlomeno di rimettere in discussione una delle migliori leggi della storia della Repubblica. Gennaio 2008, voglia di emigrare.
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