Lo spunto mi viene da un bel video elettorale del Psoe. A volte, la mattina, capita di arrivare in ufficio, di salire in ascensore e di incontrare il pessimista antropologico. Quello che se ne esce con una frase del tipo: «Che ora hai fatto, ieri sera, che hai una faccia…?». E tu magari sei andato a letto alle nove e pensavi di essere in formissima. O può capitare che sei al bar a guardarti una partita, e i peggiori gufi sono quelli della tua squadra che la sanno lunga e la vedono tristissima per le sorti della partita e del campionato. E, ancora, quelli a cui fai vedere la ragazza di cui ti sei recentemente innamorato, e non riescono a trovarle un pregio neanche con una pistola alla tempia. Lo stesso succede con gli spegnitori-di-ceri di professione, con i negativisti per partito preso, con i geremia di ogni tempo, che ad ogni appuntamento si manifestano con tutto il loro grigiore e la loro rassegnazione. Nel Pd ne allignano parecchi, così com’era tradizione nei Ds, che avevano una lunga storia in proposito. Quelli che se si va a votare subito sarà un disastro ma anche se si fa un governo per qualche mese le cose non cambiano e comunque il referendum non cambierebbe la situazione e ormai non c’è altro da fare che aspettare che vinca Berlusconi e prepararsi a vent’anni di opposizione. Ecco, faccio un appello coram populo: che stessero a casa, i pessimisti, e non si facessero vedere per qualche mese. Perché la partita è già abbastanza complicata per avere quelli del meteo che ti ricordano che se non piove, allora vuol dire che tira vento. Sentiti ringraziamenti democratici.
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