Rientro ora da Roma, da una giornata splendida, in bella compagnia e con tanta fiducia. Dopo qualche ora capisci perché i politici, quando arrivano nella Capitale, tendono a dimenticarsi i problemi del Nord: è talmente bella che è difficile che da un tavolino di fronte al Pantheon ti vengano in mente la Pedemontana e la Brebemi, per dire. E’ stato divertente passare in rassegna i “luoghi veltroniani”, dal Campidoglio fino al Bateau Mouche sul Tevere (per chi volesse approfondire, consiglio la lettura de La rivincita di Roma ladrona di Stefano Marroni, Donzelli 2007, un vero e proprio manuale del veltronismo realizzato). La sensazione di oggi, sul Palatino e in Campo de’ Fiori, era quella della panchina di Caos calmo, nell’ultima giornata di vacanza prima del ‘tubo’ che ci porterà dritti dritti al 13 aprile. Una attesa serena, ma carica di tensione. Andiamo. P.S.: nel caso, vale la pena di sottolineare come Alessandro Del Piero continui a rappresentare una metafora straordinaria per il Pd. Anche lui è stato a lungo in panchina, negli anni scorsi, ma ha saputo trarne più di un insegnamento. Ed è tornato a segnare, con una determinazione e una classe infinite…
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