La posta del cuore: gli ex, i tradimenti e le relazioni pericolose
Qualche giorno fa avevo raccontato il Pd nella versione single imposta da Veltroni e dal nuovo corso democratico (tutti in ‘ritiro’, dunque, prima della ‘finale’). Ora ci tocca registrare la fine del triangolo nella Casa delle libertà, dal quale Casini esce sbattendo la porta, andando a vivere da solo (è diventato grande, cavoli): si è portato via tutte le sue cose, lasciando solo Giovanardi come ricordo di una relazione che si era fatta ogni giorno più difficile e tormentata, con Silvio che pretendeva sempre di decidere che cosa guardare alla televisione (in prevalenza, se stesso), dove andare in vacanza (sempre la Costa Smeralda, che noia), di che colore tinteggiare il soggiorno, in uno schema oltretutto da coppia aperta che Casini proprio non poteva tollerare.
E’ Fini a spiegarla così (grazie Marta per la segnalazione): «Dopo 14 anni di alti e bassi, il motivo di questa rottura è incomprensibile… credo che il divorzio con l’Udc, lo ha detto lo stesso Casini, dipenda da un forte contrasto personale: non sopportava più Berlusconi». Ora a fare da terzo rimane solo Bossi, in una relazione però confinata al Nord, perché per il resto del Paese c’è solo Fini. Fuori di casa rimane anche Storace, con l’ineffabile Santanchè, che ha fatto capire che Berlusconi si è fatto fregare, ma forse il verbo più consono sarebbe, pensando alla leggerezza di Miss Destra, «fottere» (absit iniuria verbis). Miss Destra ha ragione: il risentimento degli ex potrebbe costare molto caro al candidato del Popolo, già esacerbato da quelli che continua a ritenere veri e propri tradimenti, perché potrebbero emergere nel corso delle prossime settimane tutte quelle cattiverie che erano state taciute per ‘salvare’ la relazione e le ‘apparenze’, così importanti da quelle parti. Anche Fini oltretutto sembra patire parecchio quel ruolo ancillare a cui stato costretto, ed è stufo di stare all’ombra di Berlusconi: lui a casa e quell’altro sul palco. Non può andare avanti così. Meglio perdere e ricominciare daccapo. Con un’Italia nuova. Un’Italia diversa.
Comments (4)