Come ogni settimana, per la rubrica Cielo di Lombardia di Affaritaliani, una puntata sull’eredità di Formigoni.
Tra le eredità che ci lascia il Formigoni in partenza per Roma , oltre alle autostrade sbloccate solo con i finanziamenti arrivati dall’odiato governo Prodi per le infrastrutture tanto attese dai nostri concittadini, c’è da segnalare la questione (fondamentale) delle autostrade telematiche.
Si può con serenità e sine ira et studio parlare di ritardo decennale sull’argomento, perché l’era formigoniana coincide quasi perfettamente con l’era di internet (almeno per l’Italia). Dal 1995, anno in cui Formigoni fece il suo ingresso trionfale al grattacielo Pirelli, si è visto molto poco: le responsabilità della parte politica ci sono tutte, ma è giusto dire, per non scadere nella demagogia, che la vicenda della banda larga è diventata via via un ginepraio (tanto si sono intricate le cose con la privatizzazione “solo fino ad un certo punto” che ha interessato il settore delle telecomunicazioni nel nostro Paese).
La questione delle questioni è l’ammodernamento delle centraline Telecom, vero ostacolo allo sviluppo e vera spina per i consumatori e per gli amministratori più sensibili. In molte realtà della Regione, si va ancora a 56k e questo vi dà l’idea di come siamo conciati (altro che competitività…). In passato, ho spesso avuto occasione di parlare del doppino di Briosco, ovvero della dura battaglia di un sindaco brianzolo che voleva coprire l’intero territorio del suo piccolo comune con l’adsl, e non vi riusciva proprio per colpa di una centralina installata direttamente da Guglielmo Marconi. Simbolico il caso di un imprenditore della cittadina lombarda che era raggiunto dall’adsl a casa ma non in azienda, ed era perciò costretto ad andare nella sua abitazione per spedire preventivi e progetti elaborati sul posto di lavoro. Alcuni hanno pensato di risolvere il problema con la tecnologia wireless, che può essere una risposta soprattutto per le aree più isolate o per le comunità di montagna, ma non può costituire una soluzione esclusiva: in generale tutti ormai concordano sul fatto che prima vada potenziata l’infrastruttura della fibra. Autostrade sì, insomma, ma per una volta telematiche. Questa è la soluzione. Sembra ora che Regione Lombardia, alla fine della licenza formigoniana, oltre ad introdurre il tema in modo invero molto superficiale nella nuova legge sulla comunicazione (che deve essere ancora portata all’attenzione del Consiglio), arrivi al punto: è a buon punto un percorso, condiviso con le realtà locali, con Telecom e con gli operatori del settore, e pare che si possa finalmente partire, proprio dalle centraline e dall’estensione della fibra a gran parte del territorio regionale. Una prospettiva che ci sentiamo di condividere, e che speriamo venga avviata prima della partenza dell’ormai ex-presidente. Alla fine della sua stagione – Veltroni ha i dodici punti, Formigoni ha già passato i dodici anni da presidente – ci sentiamo di chiedergli questa cortesia: prima di andare via, spenga la luce e colleghi la Regione. Gliene saremmo riconoscenti.
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