In tedesco Risiko vuol dire rischio (ricordate la Risikogesellschaft, la società del rischio di Ulrich Beck?). Bene, credo che Risiko sia la parola d’ordine della formazione delle liste, soprattutto in un quadro nel quale potremmo avere parecchie sorprese, quando si apriranno le urne, la sera di lunedì 14 aprile. Leggete qui: me lo segnala Andrea Mollica, l’Al Gore di Varese. E’ un articolo lungo che consente però di chiarire l’importanza di alcuni dati, soprattutto per il Senato e in primo luogo quelli della Cosa Rossa e quello dell’Udc. Il porcellum è un sistema abominevole, con un premio di maggioranza diverso per Camera e Senato. Al Senato, tutto dipende da quell’altissimo sbarramento dell’8% che potrebbe bloccare la Sinistra Arcobaleno e il partito di Casini e consegnare seggi al Pd: una sorta di premio di minoranza o, se preferite, di consolazione, che può cambiare il risultato finale. Non solo: può cambiare il destino personale dei candidati nella cosiddetta zona grigia, quella dei posti non sicuri, dei parlamentari cioè che vengono eletti solo se si vince (o se si ottiene quel premio di minoranza di cui ho detto). Alla Camera, il rischio è ancora più vertiginoso: puntare alla vittoria significa puntare a quel premio di maggioranza nazionale che consente di aumentare moltissimo – in regioni come la Lombardia – i parlamentari eletti, dal momento che qui si potrebbe ottenere un parziale perdente a livello regionale e molto basso. Sono certo che i nostri dirigenti questi conti li abbiano già fatti. Consiglio loro però di ricordare il Risiko e di non dimenticare che in quella lingua così spietata die List è l’astuzia e lo stratagemma (proprio come nel ‘nostro’ Risiko). Ja, wir können.
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