Ho partecipato, in forma privata, alle esequie di Raimondo, il lavoratore di 47 anni morto mentre svolgeva il proprio lavoro, insieme ad un collega del Burkina Faso, in una fabbrica a Cornate d’Adda. Mentre mi recavo ad Oreno per il funerale, venivo raggiunto dalla notizia che un altro lavoratore era morto ad Agrate, schiacciato dalla macchina a cui era addetto. Il Comune di Vimercate – un esempio di civiltà – ha inteso dichiarare la giornata di lutto cittadino e mezza città ha voluto esprimere il proprio cordoglio attraverso la propria partecipazione. Quello della sicurezza sul lavoro è un tema decisivo: è necessaria una condanna morale per chi lo sottovaluta, una presa di coscienza collettiva, un impegno determinato perché tutti quelli che lo sottovalutano vengano puniti. E perché ci sia una mobilitazione (proprio così: una mobilitazione) per evitare che si ripetano – in continuazione, come accade da troppo tempo – simili tragici episodi. E non è retorica: è qualcosa di immediatamente concreto, che riguarda la cultura, la formazione e il rispetto della legalità e della persona umana. Ripartire, in questo caso, non si può: si deve.
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