A Cremona, dopo il noto caso giudiziario che ha riguardato il centro islamico (un caso affrontato con grande fermezza dall’amministrazione comunale), il Comune ha intrapreso una linea del dialogo con la comunità islamica, all’insegna del rigore e del rispetto delle regole. Un privato ha messo a disposizione uno stabile e la comunità ha trovato un luogo di preghiera, pagando regolarmente l’affitto e mantenendo un profilo di grande trasparenza. Nel frattempo il tavolo interreligioso e una serie di iniziative di carattere interculturale hanno approfondito il tema dell’integrazione, della nuova cittadinanza, dei diritti e dei doveri che riguardano gli stranieri presenti nelle nostre città. Viene da chiedersi: perché a Cremona sì, e a Milano no (ovvero: perché è così scandaloso, per alcuni, immaginare che si possa trovare una sede per una moschea nella città che ospiterà l’Expo nel 2015)? P.S.: il termine moschea del titolo è impreciso. In realtà a Cremona, come in viale Jenner a Milano, si tratta di un centro islamico. La natura del problema, però, non cambia.

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