Ogni sera, da giorni, alla Festa. A confrontarsi, a discutere, a litigare, ad appassionarsi, a spiegarsi, a contestarsi e a fare la pace, come è accaduto anche ieri sera, durante il dibattito sull’ultimo microscopico libro del vostro affezionatissimo. Anche a ricevere le solite meschinità, a cui a Monza sono sempre più abituati (poverini), non conoscendo l’ormai atarassico modus vivendi di chi scrive. Che poi uno pensa: che cosa sarà mai? E’ la solita festa. Vero. Ma c’è una cosa, in particolare, che è diventata presto irrinunciabile. E’ il "dopo festival", il momento del commento, della chiacchiera, del tirar tardi. Con Lucrezia a fare da star e gli amici, quelli di sempre e quelli appena conosciuti, a rilanciare. Stasera è il compleanno di Roberto, e lo festeggeremo insieme. Sarà una festa speciale, una festa nella festa, aspettando il dopo festival. Perché per me la politica è una grande sfida collettiva, fatta di passioni. Di salamelle. E di amici. Che sono i primi ad arrivare, e i più importanti, e gli ultimi ad andare a letto, quando alla festa non c’è più nessuno.
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