Per poter entrare a far parte dello staff di Obama bisogna rispondere a 63 domande molto precise sulla propria carriera, gli incarichi ricoperti, le partecipazioni a società, gli elementi di un possibile conflitto di interessi, le proprie attività in ambito associativo, sindacale, di categoria. Informare circa le proprie attività finanziarie, le proprietà di cui si dispone, la propria situazione fiscale (ed eventuali mancanze e debiti contratti e multe ricevute), gli eventuali procedimenti amministrativi o legali nei quali si è (o si è stati) coinvolti. E ciò vale per sé e per la propria famiglia, a cominciare dalla propria compagna o dal proprio compagno. Domande che riguardano anche le modalità di assunzione della persona che aiuta in casa, sia una colf o una badante, il rispetto del pagamento dei contributi dei dipendenti, il possesso di armi. Un’autocertificazione di grande serietà, in cui indicare tutto di se stessi, per evitare che l’amministrazione eletta sia in qualsiasi modo toccata o messa in imbarazzo. Ora, non è probabilmente il caso di passare dal modello del «non fa niente» attualmente vigente in Italia a domande così numerose, ficcanti e circostanziate. Ma non sarebbe male introdurre un piccolo codice etico di ingresso, con informazioni da rendere note al partito che ti candida e agli elettori che ti sceglieranno (soprattutto se le liste, come nel caso delle politiche, sono bloccate). Cinque cose da dichiarare, perché tutti sappiano chi votano e di cui chi si candida si assume tutte le responsabilità.

Cinque regole per non avere imbarazzi, né da parte del candidato, né da parte degli elettori. Per esempio queste:

1. Dichiarare gli incarichi lavorativi, le associazioni a cui si aderisce, l’attività politica e sindacale svolta.
2. Dichiarare eventuali precedenti con la giustizia o con il fisco, segnalando il reddito proprio e della propria famiglia, nonché le proprietà di cui, direttamente o indirettamente, si dispone.
3. Dichiarare di essere in regola con tutte le norme che riguardano il mercato del lavoro e i diritti dei lavoratori, per i propri collaboratori, le persone che lavorano per la propria azienda o presso la propria abitazione.

4. Dichiarare gli eventuali elementi che possono comportare un conflitto di interessi nella gestione del proprio mandato e le modalità con le quali si intende ovviare all’insorgenza di queste problematiche.
5. Dichiarare i principali sottoscrittori della propria campagna elettorale, a partire da cifre superiori ai 1000 euro.

E’ il caso di ricordare che gran parte di queste informazioni sono date dagli eletti all’ente pubblico di riferimento, e che questi dati sono pubblici e accessibili. L’evoluzione migliore sarebbe quella di produrre questa documentazione all’inizio della vicenda elettorale, perché non vi siano sorprese per nessuno. Un’anamnesi preventiva può evitare spiacevoli complicazioni dopo il voto.

Il testo è firmato anche da Ivan e da Michele Dalai, che ce l’ha inizialmente proposto. Chi è d’accordo, può sottoscriverlo, pubblicarlo e diffonderlo.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti