Sull’Unità di oggi, un pezzo del vostro affezionatissimo su Veltroni, l’Ecuador e la sfida ambientale
È passato un po’ in secondo piano, perché la questione politica ha dominato la sua relazione, ma Veltroni è stato chiaro e preciso a proposito di due questioni programmatiche sempre più rilevanti: l’ambiente e l’energia. Un binomio che probabilmente costituisce «la prima delle chiavi», ha detto, per uscire dalla crisi, in un Paese, come il nostro, che ha una cultura ambientale tutta da ripensare, se non addirittura da elaborare, tanto è debole e indecisa, per essere stata nel recente passato troppo ostruzionistica, poco propositiva e naturalmente minoritaria. Fa bene il Pd a investire sull’ambiente: un ambientalismo nuovo (2.0?) quale assoluta priorità. Perché, al di là della propaganda berlusconiana del disimpegno, è in questione la lotta contro il riscaldamento globale e la nostra capacità di essere innovativi e fare passi avanti nella ricerca e nell’innovazione. Attraverso le rinnovabili e anche per le rinnovabili, che devono anch’esse maturare, diventare più efficienti e competitive. La (non) scelta di traccheggiare, puntare sul petrolio basso e sull’illusione nucleare potrebbe sembrare immediatamente conveniente, ma in poco tempo aggraverebbe l’arretratezza culturale, politica ed economica del nostro Paese. Tutti parlano, giustamente, del green new deal di Obama, ma in questo mondo “rovesciato” nel quale ci tocca di vivere, la lezione più limpida viene dall’Ecuador e dal suo nuovo testo costituzionale. Fin dall’articolo 1, nel quale si legge: «Le risorse naturali non rinnovabili del territorio dello Stato appartengono al suo patrimonio inalienabile, irrinunciabile e imprescrittibile». Agli articoli 14 e 15, poi, si precisa il significato di questa prospettiva: «Si riconosce il diritto della popolazione a vivere in un ambiente sano e ecologicamente equilibrato, che garantisca la sostenibilità e il buon vivere, sumak kawsay». Si dichiara d’interesse pubblico la tutela dell’ambiente, la bioversità e l’integrità del patrimonio genetico del Paese, la prevenzione dei possibili danni ambientali e il recupero degli spazi naturali degradati. E, ancora, si impegna lo Stato a promuovere «nel settore pubblico e privato, l’uso di tecnologie ambientalmente pulite e di energie alternative non contaminanti e di basso impatto». Si parla di politiche energetiche che non contrastino con il fabbisogno alimentare, si proibisce lo sviluppo e la commercializzazione di armi chimiche e si mettono al bando gli Ogm nocivi per la salute. Parole chiare e costituzionali: parole nuove, che possono qualificare e precisare il profilo politico del Pd. Sumak kawsay, buon vivere, anche per il Belpaese, che potrà diventare anche un Buonpaese, dal punto di vista ambientale e della tutela del suo fantastico territorio. Se solo lo vorrà.
Comments (8)