Avanzato, in avanti, progressista, precoce, ardito, presuntuoso, sfrontato, impertinente, pronto, sollecito, impaziente. E, ancora, promuovere, agevolare, secondare, accelerare, forzare la crescita, far pervenire, mandare, sollecitare. Per me è in questa parola inglese che si condensano i significati della carovana democratica che muoverà i suoi passi da Milano, il 10 gennaio, alle ore 17, presso il circolo Archimede. Perché mentre sono commissariate numerose sedi politiche locali (tra un po’ finiamo anche i commissari), è ora di partire, senz’altro scopo se non quello di rimettere in marcia il Pd. Riprendere lo spirito della mozione Sofri et alii, inopinatamente bocciata in direzione nazionale, rilanciare una sfida di qualità, con liste trasparenti e partecipate per le elezioni europee, un coinvolgimento degli elettori e dei circoli serio e costante, un rapporto più chiaro con il governo ombra, che finora, lo dico serenamente e pacatamente, ha largamente deluso. Non possiamo più sbagliare, né perderci in tutti i bicchieri d’acqua che incrociamo, come abbiamo fatto in questi mesi. In due parole: dare al Pd un’immagine fedele al profilo che lo stesso Pd aveva promesso di darsi, per cambiare la politica italiana. Come ha detto Beatrice Biagini in occasione dell’incontro de iMille a Milano del 28 dicembre, ci vuole coraggio, quello che sembrano avere i democratici all’estero, e che in Italia sembra così difficile interpretare. C’è molto da fare, nella biùtiful cauntri, c’è molto da dire rispetto alla sfida europea. Nessun arrivismo, da parte nostra, se non il desiderio che il Pd ‘arrivi’ da qualche parte. E che il nostro paese guardi al futuro, lasciandosi alle spalle una politica asfittica e noiosa anzi che no. Forward, appunto.
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