Leggete l’articolo di fondo di oggi di Carlo Federico Grosso sulla Stampa. Leggetelo e capirete che non c’entra nemmeno la distinzione tra laici e cattolici. C’entra la dignità del lavoro legislativo, prima di tutto, che dovrebbe essere la principale prerogativa di chi è eletto in Parlamento. Quando si è eletti, soprattutto in liste bloccate, il vincolo di mandato rimane escluso, ma questo fatto andrebbe interpretato con ancora maggiore cura e attenzione. Vorrei infatti che i parlamentari del Pd, che ho votato tutti insieme, senza poter scegliere, rispondessero a queste banali domande, che sono quelle che Grosso pone oggi. Prima di parlare di vita e di morte, vorrei delle risposte. «Non si è mai assistito a una simile sequenza temporale su di un tema di tanto rilievo»: è vero? E’ vero che si viola l’art. 32 della Costituzione? E’ vero che «costituisce principio di diritto pacifico, riconosciuto da numerose sentenze della Cassazione, che nessuno può essere sottoposto a trattamenti sanitari contro la sua volontà»? Poiché la Cassazione ha «riconosciuto un vero e proprio diritto individuale a non essere più medicalmente assistiti contro la propria volontà comunque manifestata, è lecito dubitare che il legislatore possa davvero, ormai, interferire, con una legge, su tale situazione giuridica costituita»? Rispondete, altrimenti, questa volta, ci arrabbiamo davvero.
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