No more blog: da blogger involontario segnalo questo passaggio dell’intervista a Soru di oggi, a cura di Sebastiano Messina (Repubblica): «No, risponde lui, su Internet abbiamo già vinto, anzi stravinto. Ma c’è tanta gente che non ha il computer, e che non lo avrà mai. E allora? Allora bisogna lavorare in profondità. Sulla cultura degli ignoranti. Sulle coscienze dei qualunquisti. Solo così possiamo battere l’incultura del nichilismo che ha svuotato le coscienze […]. Dobbiamo aprire dappertutto sezioni di partito, e magari riaprire le case del popolo. Dobbiamo parlarci, con queste persone. Ascoltarli. E convincerli. Ci vorrà del tempo, ma possiamo farcela […]. Perché oggi, certo, B è il padrone del gioco. Ma dipende da noi, quanto a lungo resterà». Bisogna ripartire da qui, non dalle formule, non dai derby giovani-vecchi, dai riti e dal televoto di queste ore. Questo serve. E per farlo ci vuole un partito. Democratico, il più possibile.
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